L'EPIFANIA
Nelle dodici notti dopo il solstizio d'inverno, in un periodo di celebrazioni per una rinascita della natura, era convinzione popolare che misteriose figure femminili volassero sui campi per ingraziarsi i futuri raccolti, guidate da Diana.
Quindi il mito della celebre "donna volante" a cavallo di un manico di scopa sarebbe nato da qui.
La figura della anziana vestita di stracci andrebbe ince a rappresentare il concetto di un anno vissuto, consumato.
Ha il medesimo valore il personaggio di Perchta o Berchta, una donna in età avanzata con i capelli scompigliati, gli abiti consunti e i grandi piedi celebrata in alcune aree di Austria e Germania proprio dodici giorni dopo il Natale.
L'usanza di dare fuoco a dei fantocci composti da stracci durante le festività è ampiamente diffusa in molte città d'Europa;
La scopa verrebbe vista come simboo di purificazione, pulizia ma soprattutto rinascita; purtroppo la Befana sino al giorno d'oggi è considerata una strega, questo è dovuto senza ombra di dubbio a causa di Halloween e anche per una condanna del Cristianesimo.
Anche il termine "Befana" proveniene, dalla corruzione lessicale di epifania, dal greco epifaneia, "manifestazione", attraverso bifanìa e befanìa. L'usanza di consegnare doni o carbone ai bambini sarebbe invece strettamente legata ai personaggi come Babbo Natale e San Nicola o, per alcuni, alla divinità romana di Strenia.
Una differente tradizione vedeva nella festività ch celebrava la Befana un'occasione di supplemento del reddito per le famiglie più bisognose, alle quali venivano consegnati cibi e piccoli regali in cambio del loro passaggio di casa in casa per il famoso scambio di auguri.
Un corrente tentativo di cristianizzare la festa fu quello di associarla ai Re Magi raccontando di un incontro tra questi ultimi e l'anziana donna, e dell'inconcludente tentativo dei primi di convincere la donna di giungere con loro dal Bambino Gesù; In seguito a un primo rifiuto, l'attempata si sarebbe difatti pentita, e da allora vagherebbe di casa in casa a consegnare doni a altri bambini, sperando così di scontare la sua colpa.