LA FAMIJA ARCIUNESA
L'idea di un'associazione con la finalità di rinsaldare le tradizioni della nostra città nasce nel 1979 da un gruppo di amici della parrocchia San Martino di viale Diaz: Alver Colombari (padre storico e fondatore) Orfeo Mingucci, Renzo Manaresi, Riccardo Angelini, Giorgio Piccioni, Mario Faetani, Remo Rastelli e Bruno Cecchini. Riuniti in una serata al ristorante Tre Fontane si pensò a come intitolarla, Renzo Manaresi propose di prendere uno spunto dalla Famèja Bulgnèisa di Bologna: ecco che nasce “Famija Arciunesa” e il suo “Babbo” è Alver.
Il 20 giugno 1983 avviene la costituzione ufficiale dell'associazione nello studio del geom. Mario Faetani con atto del Notaio Maria Francesco Pelliccioni. Il babbo Colombari diventa così presidente. Dal 1983 ad oggi sono sette i Presidenti che si sono succeduti negli anni: Alver Colombari, commerciante all'ingrosso (1980-1987); Sirio Saponi, artigiano (1987-1989); Cesare Antonioli, imprenditore impianti elettrici (1989 -1990); Giorgio Piccioni, imprenditore (1990-1992); Renzo Manaresi, titolare scuola guida (1992-2001); Giuseppe Lo Magro, ex insegnante Scuola media (2001-2019). Francesco Cesarini, giornalista, attuale Presidente in carica.
La sede della neonata Famija Arciunesa si trovava in Via Minghetti 11, presso la Parrocchia San Martino. Il primo numero del giornale esce come supplemento de “Il Ponte” il 1 novembre del 1980: direttore responsabile Piergiorgio Terenzi coadiuvato dal giornalista Luciano Sedioli; stampato su due fogli veniva piegato a casa di Alver Colombari con l'aiuto dei soci. Poi in seguito verrà inviato via posta mentre oggi viene direttamente consegnato in tutte le case di Riccione ed inviato via posta ai tesserati fuori comune.
In un primo tempo si organizzarono le feste del Beato Alessio, San Martino, di fine anno, una mostra fotografica, la gara dei presepi allestiti nelle abitazioni e la tipica Vegia poi trasformata nella gara dei dolci: serata dove ogni socio portava in un canovaccio (psacia) la propria leccornia.
L'Associazione F.A. in questi ultimi anni ha incrementato le sue iniziative per mantenere vive le tradizioni, valorizzare la cultura del dialetto e della storia della città, creare momenti aggregativi, raccogliere fondi per aiutare i meno fortunati, per offrire contributi ad Associazioni di volontariato e donazioni di macchinari all'Ospedale “G. Ceccarini”.